SEDE BOVINO
SEDE LUCERA
I Monti Dauni per lunghi anni hanno visto i paesi svuotarsi in un lungo processo di abbandono, ma da qualche tempo questa tendenza sembra essersi invertita. Tanti ragazzi hanno fatto ritorno alle origini, rinnovando antichi mestieri e inventandosi nuovi stili di vita. Piccoli gioielli incastonati sulle colline dell’Appenino Dauno sono rinati soprattutto grazie alle diverse attività promosse e sostenute dal GAL Meridaunia, come la piccola ricettività. Temi molto attuali dei quali se ne è parlato nel corso di un incontro tenutosi a Bovino dove l’esperta di turismo Adriana Natale e il presidente Pasquale De Vita, hanno presentato i risultati del PAL Monti Dauni POR Puglia FESR FSE 2014/2020 relativi ai servizi integrati turistici. 150 le strutture finanziate per un totale di 300 posti letto disseminati nei 30 comuni del comprensorio per una spesa complessiva che supera i 6 milioni di euro. Il Piano di Azione Locale dei Monti Dauni, elaborato da Meridaunia, ha inoltre finanziato una serie di Servizi integrati turistici che hanno aiutato il territorio a diventare una ulteriore destinazione turistica della Puglia. Il progetto ha riguardato la realizzazione di 9 itinerari turistici, una rete di operatori del settore, la piattaforma Visit Monti Dauni, la stampa di una guida, campagne social, Open Days, incoming, Educational tour, be to be, Road show, eventi culturali ed enogastronomici presso il Centro del Gusto di Troia.
“Il turismo da solo non può risolvere i problemi dei nostri piccoli paesi - ha spiegato Pasquale De Vita - ma può contribuire alla crescita economica e sociale dei nostri Monti Dauni. In questi anni il territorio si è infrastrutturato, ha migliorato la capacità ricettiva, offrendo servizi migliori per gli ospiti che scelgono sempre di più i nostri borghi, basti pensare che dal 2015 ad oggi siamo passati da 17.341 presenze nei 29 comuni dell’area di Meridaunia a ben 37.867. L’accoglienza è uno dei valori più autentici dei Monti Dauni, dove natura, cultura e tradizione si intrecciano per offrire esperienze uniche e sostenibili. Dobbiamo rafforzare l’offerta turistica rendendola sempre più integrata, innovativa e capace di raccontare la vera identità del territorio. Fondamentali sono le connessioni con altri territori simili al nostro, una sorta di rete dell’Appennino, attraverso investimenti sulle reti viarie e ferroviarie in modo da collegare le diverse aree interne del nostro Paese. Ed ancora creare un attrattore unico che potrebbe essere rappresentato da un’area protetta piuttosto che da un cammino o un sentiero in modo da diventare un volano eccezionale per l’economia dei territori che ne sono interessati, luoghi paesaggisticamente di pregio, situati in aree che non sopporterebbero altro turismo se non quello slow di chi si muove a piedi, con lo zaino sulle spalle, e che spesso cerca dentro di sé, e non al di fuori, le motivazioni del viaggio. Infine, far conoscere i nostri paesi con una forma di comunicazione più efficace sui social e sulle riviste di settore”.Al convegno di Bovino sono interventuti esperti, rappresentanti istituzionali e operatori del turismo che hanno dato vita ad un interessante dibattito su sviluppo di servizi turistici integrati, promozione del turismo esperienziale e sostenibile, valorizzazione dei borghi e dei cammini dei Monti Dauni. La sindaca di Bovino Stefania Russo: “Il turismo insieme ad altre strategie può aiutare a rilanciare i nostri paesi. E’ determinante creare una rete tra amministratori, associazioni e imprenditori”. “Il turismo - ha aggiunto Marina Kovari di Appennino Open Air - è un settore economico che può rappresentare il valore aggiunto solo se ad abbracciarlo sono le comunità locali”. Si è anche parlato di restanza con l’intervento del fondatore del Cammino della Restanza, Luigi Ciasullo. “Restare nei piccoli paesi è una scelta per ridare vigore ai nostri borghi e soprattutto per permettere a questi luoghi di continuare ad esistere. Io ho scelto di restare per lavorare nel turismo perchè il turismo potrebbe essere l’unica ancora di salvezza”. Un momento di dialogo e confronto per costruire insieme un modello di ospitalità capace di unire innovazione e autenticità, anche attraverso i cammini e il turismo verde come hanno evidenziato Michele Boschi (Appennino Borgo Slow) e Michele Ferro (Verde Mediterraneo). Ma come fare arrivare i turisti sui Monti Dauni? “Organizzandoci in rete e promuovere di più i Monti Dauni.Dopo il covid - ha aggiunto la tour operator Maria Guglielmi - la gente ha iniziato a scoprire l’Italia minore, nel frattempo diventata destinazione per gli amanti del turismo slow”.